Il prediabete rappresenta una condizione del corpo che presenta una glicemia alterata nel sangue quando si è a digiuno, con valori che superano i 110, ma sono inferiori a 126 mg/dl. Per poter confermare la diagnosi bisogna effettuare l'IGT test, quello per l'intolleranza al glucosio orale, che consentirà di poter evidenziare valori alterati compresi tra 140 e 190 mg/dl. Se il test evidenzia valori superiori, allora siamo in presenza di diabete di tipo 2 o diabete mellito.
Una persona che presenta una condizione di prediabete, che il più delle volte è asintomatica, non necessariamente svilupperà il diabete, ma occorre fare molta attenzione alla dieta.
Cause del Prediabete
L'American Diabetes Association classifica, chiunque abbia a digiuno zucchero nel sangue tra 100-126 mg/dl o l'equivalente di HbA1c tra il 5,7-6,4%, come affetto da prediabete. Mentre le cause esatte del prediabete sono ancora sconosciute, la storia familiare e la genetica, sembrano avere un ruolo importante nel suo sviluppo della malattia.
Uno stile di vita sedentario e stressante (1), scelte alimentari sbagliate, oltre all'obesità (2), sembrano essere tra i fattori scatenanti. Gli zuccheri elevati nel sangue temporaneamente, sono un fenomeno normale nel corpo umano. La glicemia aumenta di solito dopo aver mangiato un pasto, ma il normale metabolismo del glucosio assicura che questo eccesso sia controllato e riequilibrato. Il pancreas, infatti, rilascia insulina per rispondere proprio a questo alto livello di glucosio nel sangue, aiutando il movimento dello zucchero verso l'interno delle cellule, che lo utilizzano come combustibile per le varie attività cellulari.
Oltre a questo, il glucosio viene immagazzinato nel fegato prima, e una volta che è pieno, viene immagazzinato nelle cellule adipose del corpo. I problemi nascono quando i livelli di glucosio rimangono elevati per un lungo periodo. Questo di solito accade quando il pancreas non è in grado di produrre una quantità sufficiente di insulina o le cellule diventano resistenti all'azione dell'insulina, e non rispondono nel modo in cui dovrebbero normalmente. Il prediabete inizia con l'alterazione del metabolismo del glucosio, e come detto in precedenza, porta ad elevati livelli di glucosio nel sangue.
Fattori di rischio nel prediabete
Il prediabete è una condizione che precede il diabete di tipo 2. Prediabete e diabete di tipo 2, presentano gli stessi fattori che aumentano il rischio.
- Sovrappeso: più tessuto adiposo si ha, soprattutto all'interno dei muscoli e intorno all'addome, più le cellule sono resistenti all'azione dell'insulina.
. - Abitudini alimentari errate: l'elevato consumo di carboidrati raffinati, cibi ricchi di zucchero e il consumo di carne rossa lavorata, è legato allo sviluppo del prediabete.
. - Vita sedentaria: l'inattività è un noto fattore di rischio per il prediabete. L'attività fisica, invece, aiuta a bruciare il glucosio e impedisce che si trasformi in grasso. Quindi, un'attività fisica regolare, aiuta a bruciare i grassi in eccesso, specialmente se combinata con una corretta alimentazione.
. - Età: mentre la condizione di prediabete può svilupparsi a qualsiasi età, la maggior parte dei casi si manifesta dopo i 45 anni, quando le persone iniziano a perdere massa muscolare, fanno meno esercizio fisico, aumentano il peso corporeo e hanno meno controllo sulle loro abitudini alimentari.
. - Sindrome dell'ovaio policistico (PCOS): questa sindrome (3), caratterizzata da problemi di fertilità, obesità e squilibrio ormonale nelle donne, è un fattore di rischio per l'insulino-resistenza, ed eventualmente per il prediabete.
. - Disturbi del sonno: i disturbi del sonno come l'apnea notturna, sono un campanello d'allarme che evidenzia un maggior rischio di insulino-resistenza. Modelli di sonno irregolari e mancanza di riposo nelle ore notturne, possono mettere una persona a rischio prediabete.
. - Familiarità: Se in famiglia si ha una persona, genitore o fratello con diabete di tipo 2, aumentano le possibilità di contrarre il prediabete e poi il diabete di tipo 2.
. - Diabete gestazionale: le donne in gravidanza (4) presentano temporaneamente l'aumentato dei livelli di zucchero nel sangue. Se questi livelli sono più alti di quelli considerati "normali", allora la donna presenta il diabete gestazionale. Mentre questa condizione di solito si risolve da sola, sia il bambino che la madre, in seguito, possono presentare un alto rischio di sviluppare prediabete.
. - L'aumento della pressione sanguigna, bassi livelli di HDL o colesterolo “buono” e alti livelli di trigliceridi nel sangue, poi, sono altre condizioni che aumentano il rischio di prediabete.
I Sintomi del Prediabete
Come abbiamo detto non ci sono sintomi particolari che possono farci capire di essere affetti da prediabete. Una cosa però è possibile notare nelle persone che presentano questa condizione: l'acantosi nigricans o acanthosis nigricans.
Si tratta di una manifestazione cutanea che si caratterizza da zone iperpigmentate, delimitate male. Queste zone si presentano a livello delle piaghe cutanee, ovvero sul retro del collo, sotto le ascelle, sulle nocche, le ginocchia, i gomiti e nell'inguine. In questi punti la pelle si presenta ispessita e vellutata, con un colore che va dal brunastro al nero, facilmente riconoscibile perché diversa dalle zone circostanti. Questa cosa potrebbe rappresentare un segno di resistenza all'insulina e di prediabete.
Altri sintomi di prediabete, che sono presenti anche quando si è affetti da diabete sono:
- Senso di fatica inspiegabile (5)
- Visione sfuocata
- Aumento della sete
- Minzione frequente
- Periodi irregolari o dolorosi associati a malattia dell'ovaio policistico
Test Consigliati per Identificare il Prediabete
Esistono tre metodi di analisi del sangue raccomandati per identificare o diagnosticare il prediabete. Nello specifico si tratta di: A1C, glicemia a digiuno e 2 ore dopo 75 gr di glucosio orale (6). Si tratta degli stessi test attualmente raccomandati per identificare il diabete di tipo 2 non diagnosticato. Il test A1C (7), offre vantaggi per i pazienti, poiché non c'è bisogno di digiunare e per il laboratorio che effettua le analisi che può velocemente stabilire il risultato.
Ecco esempi di risultati che confermano una diagnosi di prediabete:
- A1C 5,7% -6,4%
- Glucosio plasmatico a digiuno 100-125 mg / dL (glucosio a digiuno alterato)
- 2 ore al giorno 75 gr di glucosio orale da 140-199 mg / dL (ridotta tolleranza al glucosio)
Sebbene il futuro sviluppo del diabete di tipo 2 sia possibile quando i risultati degli esami del sangue sono al di sotto di questi intervalli, il rischio di progressione diventa più alto per le persone che riportano questi numeri.
E' importante sottolineare che queste diverse opzioni di test non identificano sempre gli stessi pazienti. Ad esempio, alcuni individui possono mostrare un normale test della glicemia a digiuno. Se il sospetto di prediabete è elevato, ma il test di screening iniziale è normale, è opportuno considerare la ripetizione del test in un periodo di tempo più breve, o confermare il risultato “normale” con una delle altre due opzioni di test di screening.
Indipendentemente dal metodo di screening utilizzato, identificare le persone affette da prediabete, prima che questo si trasformi in diabete di tipo 2, consente di agire, ad esempio, fornendo informazioni e risorse per la prevenzione. È importante, quindi, intervenire in questa fase per prevenire la progressione della malattia.
Le persone dovrebbero essere informate sulla necessità di perdere peso, adottando uno stile di vita più equilibrato, con scelte alimentari sane e svolgendo un'attività fisica regolare, come consigliato dal programma di prevenzione del diabete promosso dal “National Institutes of Health”.
Tra gli approcci alla malattia vi è anche quello farmaceutico attraverso la metformina, comunemente prescritta per il trattamento del diabete di tipo 2 ai pazienti di età inferiore a 60 anni con prediabete, più altri fattori di rischio come A1C> 6%, ipertensione, colesterolo HDL basso, trigliceridi elevati, obesità (BMI di 30 o maggiore), o familiarità di diabete in un parente di primo grado.
Prediabete e Legame con l'Insulino Resistenza
Le persone che soffrono di prediabete, evidenziano anche una condizione di insulino resistenza, ovvero una bassa sensibilità delle cellule all'azione dell'insulina. Questa cosa deve rappresentare un campanello d'allarme da non sottovalutare, se non si vuole evitare di far sfociare il tutto in diabete di tipo 2.
L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas, che ha un ruolo principale per il metabolismo degli zuccheri nel sangue. L'insulino resistenza è quello stadio che si pone tra la normalità glicemica e il diabete. Una condizione, quindi, ancora non patologica, ma che rappresenta l'ultimo stadio prima della malattia. Ci sono valori precisi della glicemia, che stabiliscono come una persona sia insulino resistente. Tutte le persone affette da diabete di tipo 2 in precedenza hanno evidenziato insulino resistenza che, con il passare del tempo, ha poi portato ad una riduzione della produzione di insulina.
Riuscire ad individuare e riconoscere in tempo la resistenza insulinica, consente di poter prevenire il diabete e capire il motivo del mancato dimagrimento, nonostante una corretta alimentazione.
L'insulino resistenza è la causa principale della sindrome metabolica, che si verifica quando le cellule del corpo non rispondono, anzi si oppongono all'azione dell'insulina. Dunque, guai a non prendere in considerazione la condizione di insulino resistenza, perché se valutata in tempo, potrebbe evitare che uno stato di prediabete si trasformi poi in diabete di tipo 2.
Per misurare l’insulino resistenza abbiamo a disposizione diversi metodi, alcuni diretti e altri indiretti, ma il sistema migliore in assoluto per misurare l’insulino resistenza è il Clamp euglicemico iperinsulinemico, perché va a misurare la quantità di glucosio necessaria per compensare un aumento del livello di insulina senza causare ipoglicemia.
Avendo questi sintomi, posso mangiare il pane, la pasta e la pizza?
Una soluzione c'è
Per noi italiani sacrificare alimenti come il pane, la pasta e la pizza è spesso veramente un dramma, anche se sappiamo che dovremmo farlo, a volte si sgarra, oppure cerchiamo alternative più sane, ma non è la stessa cosa. Il grano ha il gusto a cui siamo abituati da piccoli ed è quella che rende meglio in cucina, ma purtroppo quella che ha anche un indice glicemico proibitivo, troppo alto, e alza la glicemia alle stelle, anche con le più piccole porzioni.
Per fortuna una soluzione definitiva a questo problema è arrivata con il grano germogliato Conspersa, ovvero una farina di grano speciale che NON alza la glicemia, in quanto ha l'indice glicemico dei legumi, quindi bassissimo. Con questa farina puoi prepararti il pane e mangiarne anche mezzo chilo e la glicemia rimane inalterata, come se avessi mangiato un piatto di fagiolini! Puoi preparti anche l'impasto per farti la pizza, e in futuro usciranno la pasta e biscotti fatti con questa farina.
1 - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6025255/
2- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/?term=prediabete+causes
3- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5393155/
4 - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4404707/
5 - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5100935/
6 - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5100935/
7 - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4876771/